Carlo Calenda su X critica duramente i Cinque Stelle, accusandoli di incoerenza e ricordando le loro frasi più controverse.
Negli ultimi anni, il dibattito politico italiano si è spostato sempre più frequentemente dalle sedi istituzionali alle piattaforme social, tra cui Carlo Calenda ne fa uso. Leader e rappresentanti dei principali partiti utilizzano spazi come X (ex Twitter) per esprimere opinioni, lanciare provocazioni e talvolta dare sfogo a frustrazioni personali e politiche. In questo contesto, l’uso delle parole si fa spesso tagliente, e la memoria storica delle dichiarazioni passate torna a pesare nei confronti reciproci.

Il clima politico si infiamma sui social
Uno dei protagonisti del confronto più acceso di questi giorni è Carlo Calenda, che ha scelto proprio X per condividere un pensiero molto critico verso una delle forze politiche più discusse degli ultimi decenni: il Movimento 5 Stelle.
Lo sfogo di Calenda: accuse dirette e toni duri
Con un post che ha attirato l’attenzione del pubblico e dei media, Calenda ha attaccato direttamente i pentastellati. In particolare, ha accusato il movimento di mostrarsi oggi offeso da critiche, dimenticando il linguaggio usato in passato contro giornalisti, politici e istituzioni. Le sue parole sono state: “Fantastici i cinquestelle che dopo aver preso il potere chiamando tutti i giornalisti zombie, i politici ladri, le istituzioni ‘scatolette di Tonno’; aver accusato il PD di rubare i bambini, aver scritto che i sostenitori dell’Ucraina sono pagati dalla lobby delle armi e aver minacciato l’impeachment a Mattarella da Barbara d’Urso si offendono se qualcuno auspica la loro cancellazione politica.”
La dichiarazione, oltre a contenere un forte elemento polemico, mette in luce una delle accuse più ricorrenti contro il M5S: quella di incoerenza tra il linguaggio aggressivo utilizzato nella fase “antisistema” e la successiva pretesa di rispetto una volta raggiunte posizioni di potere.
Il post di Calenda si inserisce in una lunga serie di scontri verbali che caratterizzano l’attuale panorama politico italiano. La sua critica mira a evidenziare quella che percepisce come una profonda ipocrisia politica, riaprendo il dibattito su coerenza, linguaggio pubblico e memoria politica.